Autoritratto di un Artista: Nazario Ricchi,un poliedrico uomo di cultura.
La pittura, è per sua profonda natura un gesto mentale: «si dipinge con il cervello e non con le mani».
La tensione verso la bellezza e la sua esplorazione mediante l’opera creatrice si esplicano grazie ad una gestualità subordinata ai dettami della mente, capace anche di intuire la fisionomia potenziale di un blocco informe di marmo «Non ha l’ottimo artista alcun concetto, è la mano che ubbidisce all’intelletto»
L’autoritratto consente al protagonista di parlare di sé parlando del dipinto che lo rappresenta.
La mano insomma agisce come estensione del pensiero creativo e spirituale di un corpo destinato a divenire spoglia dell’anima.
Ciò che rende l’autoritratto così affascinante e quasi irrinunciabile è la sua capacità di sostituirsi alla persona, può essere finzione assoluta o verità inconscia.
È l’autoritratto: affascinante, intrigante, misteriosa rappresentazione del sé,a rappresentare non solo i tratti somatici dell’artista ma anche la sua personalità, le sue emozioni, i suoi sogni, fino ad arrivare a veri e propri tentativi di autoterapia che giungono fino ad oggi attraverso l’ormai celeberrimo selfie, che altro non è se non un autoritratto fotografico.
Varie sono comunque le tipologie di autoritratto nella storia dell’arte: principalmente però si parla di autoritratto esplicito, che dichiara “apertamente” la sua appartenenza al genere, e autoritratto nascosto – o “ambientato” -, nel quale l’autore non compare come soggetto principale dell’opera ma camuffato fra i personaggi, per così dire mascherato da uno dei protagonisti dell’opera.